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Swami Veetamohananda

 

Un Mantra che cosa è? [n.07]

Traduzione dui Tiziana Zago e Maria Teresa Fogliatti

 

Il mantra è conosciuto come il fenomeno sonoro che ha sempre salvato il suo praticante, il quale grazie alla pratica yogica ha completamente compreso il suo scopo segreto ed è quindi convinto che “esso mi salverà”.

Il mantra è la manifestazione sonora dell’essere o essenza divina,  espressione della coscienza pura, così ne parlano i testi sacri.

Secondo la dottrina del Mantra Yoga, l’universo è l’espressione di diversi generi di vibrazioni, energie e di diversi stadi di coscienza. Le scoperte scientifiche, nello specifico chimica e fisica, ci informano che l’intero universo è formato da una massa indivisibile di atomi solidi espressioni di diverse energie, di vibrazioni diverse.

Gli antichi saggi indiani avevano scoperto che gli elementi immateriali dell’universo quali i nostri pensieri, emozioni posseggono “un’interfaccia” materiale. I mondi sottili descritti nella letteratura religiosa sono basati su vibrazioni, energie di diverso genere, peraltro collegate tra di loro. Da una manifestazione vibratoria qualsiasi, si può risalire ad una forma vibratoria sempre più sottile fino alla vibrazione fondamentale che da vita tutte le possibile combinazioni vibratorie energetiche.

Il mondo manifesto da noi recepito con i sensi è la risultante, il dispiegarsi di questa vibrazione principiale.

Per poter conoscere la natura di tale vibrazione iniziale, che include tutte le altre, dobbiamo andare oltre il mondo manifesto percepito dai nostri sensi fisici o extra-fisici. Le forme del creato (alberi, erbe, animali), l’ essere umano e persino il sistema solare possono essere mutati cambiando le vibrazioni che l’individuano.

Molti esperimenti effettuati in India e in Europa, hanno dimostrato che le vibrazioni prodotte dagli strumenti musicali sono in grado di produrre forme, causare cambiamenti atmosferici ecc. E’ noto che i diversi raga e raginis della musica indiana si basano su questa mutualità, interdipendenza, tra energia e vibrazione.

La scienza del mantra sa che ogni forma di vita è l’espressione di una particolare vibrazione, ed è tale vibrazione che tiene insieme il “sistema” le diverse parti della forma vita, come un unico organismo e quando questa vibrazione cessa, la forma si esaurisce.

OM” è la vibrazione primordiale che può vibrare su diversi piani: fisico ed extrafisico e non la si può percepire/comprendere con la mente analitica razionale.

Il Mantra Yoga sa che non solo le vibrazioni animano, producono effetti sulle forme ma influenzano anche il piano coscienziale. Ma la percezione vibrazionale e coscienziale che sottende la manifestazione è celata dai nostri sensi limitati. Ad esempio la vibrazione della luce ci da la vista, le vibrazioni sonore ci danno l’udito, e così via… ma se questi tipi di vibrazioni vengono ad affievolirsi durante lo stato di veglia esse tenderanno a cessare sul piano fisico arretrando sul piano coscienziale sottile, come avviene ad esempio nel sonno, a volte ad esempio capita che ripetendo un mantra si scivoli nel sonno.

Importante ricordarsi che le vibrazioni, sia sul piano fisico che sul piano della coscienza, sono interconnesse tra loro; da qui la consapevolezza che tutto l’Universo è il risultato della vibrazione chiamata Nada o OM.

Dunque se la vibrazione influenza  la forma e la coscienza è possibile ottenere un cambiamento in entrambe; ecco l’importanza del ripetere il mantra! La ripetizione del suono/vibrazione del mantra influenza energeticamente e coscenzialemte i nostri diversi corpi koshas, permettendo così all’aspirante discepolo di raggiungere i livelli più profondi di coscienza.

 

- Cerchiamo di comprendere il significato del mantra.

Secondo il Vedanta, ogni particolare manifestazione della coscienza informale si esprime sul piano formale con un suono (sabda,) che è l’espressione estrinseca di tale manifestazione, in tal senso, la parola è la forma manifesta di un tale suono, ma è il significato celato che da potere alla parola.

Non si può comunicare senza parole e ogni parola cela un significato vibrazionale/coscienziale. Dietro ogni parola vi è un significato, ma che cosa è il significato?

Il significato è l’espressione del potere della coscienza che connette il soggetto con l’oggetto.

Gli antichi grammatici indiani chiamarono il significato col termine di sphota o esplosione; nascosto in ogni parola si cela un significato, un’esplosione che scaturisce dalla coscienza.

Questa è stata una delle grandi scoperte dell’India antica, il grammatico Panini formulò i suoi principi  sulla grammatica intorno al 500 a.C., ciò causò un ulteriore scoperta: se ogni uomo dà il proprio significato alla parola che usa, rende impossibile una comune comunicazione umana.

Da questa considerazione si comprende come tutte le parole, quindi tutte le lingue, si basano su un significato che è universale e comune, ovvero vi è una potenza esplosiva universale unica: Brahman o coscienza cosmica.

Questo significato universale che da potere è conosciuto come suono di Brahman o Nada Brahman, il logos hindù come lo chiamava Swami Vivekananda. Ed è grazie a questo significato comune che è possibile la comunicazione, spesso anche senza parole.

 

- Come si fa a conoscere un oggetto?

Secondo la teoria della percezione del Vedanta, la mente attraversa i sensi come in un “tubo” e ne fuoriesce prendendo la forma dell’oggetto, ma è la Luce dell’Atman che agendo all’interno del “tubo” illumina la forma dell’oggetto rendendolo comprensibile.

Secondo gli antichi grammatici è il suono Brahman che rivela le immagini della mente e gli oggetti del mondo fenomenico ed inoltre, fa giungere la conoscenza di tali oggetti ad altri, attraverso la parola. Tale potere illuminante ed esplicativo delle parole, viene indicato con il termine “esplosione” (o di rottura).

 

L’apertura verso l’esterno, o l’atto rivelante del suono Brahman, avviene attraverso  quattro livelli.

-         Nel primo la conoscenza rimane quale percezione indifferenziata;

-         nella seconda essa si divide nella parola (vak) e nel suo significato. Questo è il livello della buddhi, dell’intuizione: il piano intellettivo.

-         nel terzo livello la conoscenza si divide nel suono simbolico e nel suo significato, come un bolla che racchiude un poco di aria. Questo è il livello del pensiero normale, il livello del manas o della mente. Finalmente, quando parliamo, la bolla scoppia ed il significato contenuto nel suono-simbolo viene incanalato verso chi ascolta..La meditazione è esattamente il contrario di questo movimento verso l’esterno.

-         la preghiera recitata a voce alta e il canto di un mantra, rappresentano il quarto livello, da questo livello noi procediamo verso un livello più sottile quando iniziamo a ripetere il mantra mentalmente  pensando al suo significato e visualizzando l’immagine della Divinità. Quando si approfondisce la pratica della meditazione, il mantra e l’immagine si avvicinano fino a fondersi suscitando il risveglio spirituale in questa fase noi veniamo immersi, portati, trascinati dalla corrente del suono.

 

Sebbene il Nada-Brahman è infinito e tutto pervade, si esprime nell’uomo attraverso due centri o chakra: uno più alto: ajna chakra situato tra le arcate sopraccigliari, e uno situato più in basso nell’area del cuore: anahata chakra.

Nella scienza dei mantra, i vari punti, chakra, rappresentano lo stato di coscienza di ogni individuo. Il flusso del potere del Nada-Brahman  scorre tra ajna e anahata chakra, il suono nel chakra più basso si scompone nella parola e nel suo significato, quando l’aspirante ritira il suono in ajna chakra ottiene il risveglio spirituale.

Scendendo verso i chakra più bassi il suono continua a deteriorarsi. Il suono principiale Nada Brahman, quando scende nell’anahata chakra produce un suono, anahata-dwani che viene “sentito” dagli yogi nel loro cuore. Non viene sempre udito da ogni yogi, ma solo da coloro le cui menti possono percepire il suono delle vibrazioni. Nel loro caso, per risveglio spirituale s’intende il risveglio del punto–cuore, che rende consapevole il suono: anahata-dwani.

 

- Come avviene tale risveglio?

In questo tipo di aspiranti discepoli, le cui menti sono più sensibili nel confronto del suono ed hanno un’apertura alla parola, il risveglio è causato dal potere della parola. Le parole normali hanno un potere limitato e fanno riferimento ad oggetti fisici o idee mentali. Ma vi sono parole speciali e delle parole chiave chiamate mantra che si riferiscono ad oggetti super-sensibili ed hanno il potere di rivelare verità spirituali. Le parole ordinarie hanno un unico potere: il potere di definire, di comunicare un significato. Se vedete una mucca e dite: “Vedo una mucca”, tale frase coinvolgerà la vostra conoscenza, il ripetere tale frase: “vedo una mucca” nulla aggiungerebbe alla vostra conoscenza o a quella di altre persone, e non creerebbe nessuna differenza se voi sperimentaste tale conoscenza in lingue diverse, per esempio Latino e Ebraico.

Anche il mantra ha tale potere di esprimere un significato, ad esempio i significato del mantra Namah Sivaya, “Salute a Siva”, può venir compreso grazie a qualsiasi lingua. Allora, se tale significato è noto, perché la gente continua a ripeterlo? Ciò dimostra che la ripetizione del mantra ha uno scopo più alto. Tale scopo è il risveglio del Sé e della percezione supersensibile della forma reale e spirituale della Divinità.

Il più alto scopo è il risveglio del Sé e la percezione supersensibile della reale forma spirituale della Divinità. Ogni vero mantra ha un potere intrinseco per produrre tali esperienze più alte. Questo potere mistico del mantra, è parte integrante dello stesso e ne è il suo reale potere. Le origini del Sanscrito, la sua struttura sintattica, può, da sola, veicolare tale potere che si perde quando viene tradotto in altre lingue. Tal potere rimane “dormente” quando il mantra viene ripetuto senza concentrazione, purezza e devozione. Per svegliare il “convettore del significato” (Vacaka Sakti) di un mantra, è necessario un altro potere: il potere della pratica spirituale.

Attraverso la purificazione, concentrazione e devozione, Ida e Pingala, i due canali collaterali dell’energia psichica, possono venir stimolati e lavorare armoniosamente e aritmicamente. Quando la ripetizione del mantra viene legato a questo ritmo più interno, lentamente il mantra si “sveglia”. Una volta che si è svegliato il mantra, molto presto, la sua ripetizione porta al risveglio del Sé.

Come vi ho detto prima, dopo il risveglio del , il ricercatore entra nel fiume, nella corrente del Suono, Nada.

 

- Come si procede oltre?

Alcuni aspiranti ricercatori seguono il sentiero della Om e indirizzano verso l’aspetto informale della Realtà. Altri cercano di ottenere una visione diretta della Divinità che essi ricercano. Il risveglio del sé, non è che la prima funzione del mantra. La seconda funzione è più importante, è quella di condurre l’anima a Dio. Questo potere del mantra per rivelare la Divinità è concentrata nella sillaba mistica di un mantra conosciuta come “seme” (Bija).

Ogni corpo vivente, animale, umano o divino, è strutturato secondo un disegno fondamentale da cui evolvono diversi esseri, da un codice o formula primordiale nasce l’evoluzione: tutto il corpo umano, non è niente altro che una visione allargata del codice genetico che gli scienziati hanno scoperto nei cromosomi.

Allo stesso modo, anche la mente umana ha il proprio codice nascosto nel punto Bindu. Il corpo spirituale della Divinità è formata da elementi, altamente “raffinati” sattvici che posseggono il proprio codice primitivo, ovvero quello che chiamiamo seme, Bija. Tale seme rappresenta le particolari ed uniche caratteristiche della Divinità. Non è un segno simbolico, ma un vero e proprio seme che, quando viene svegliato, materializza la forma spirituale della Divinità. Il seme manifesterà il proprio potere solo dopo che il punto Bindu (ovvero il suo sé) si è svegliato. Dopo che il sé individuale si è svegliato, l’anima entra nella corrente del Suono, ma non va verso la Realtà senza forma, il seme volge il proprio corso verso la Divinità. Il Seme è il legame che unisce il Brahman impersonale alla Divinità, resa persona o personale dell’aspirante.

Di solito un mantra è composto da quattro sillabe:

1)      Om, riferito all’Impersonale;

2)      Il Seme, che ha la funzione di unire l’Impersonale alla Divinità;

3)      Il nome della Divinità;

4)      Una parola che indica un saluto o l’affidarsi alla Divinità: namah o svahah.

 

- La pratica, la sadhana del Mantra Yoga

Se riflettiamo sul suo significato, abbiamo due risultati: o siamo salvati o il mantra ci aiuta ad attraversare l’oceano delle nascite e delle morti.

Tutte le cristallizzazioni negative, samskara, vengono distrutte con il ripetere del mantra.

Japa indica al ripetizione del mantra che si è scelto.

Si può pronunciarlo a voce alta, in silenzio o mentalmente. La ripetizione silente ha più effetto sulla mente, pensieri e conoscenza.

Il japa mentale si sviluppa in diversi livelli:

-         primo, la mente diventa più cosciente della vibrazione;

-         secondo, si evoca e si comprende il significato del mantra;

-         terzo, tutto il concetto che è incluso nel mantra si apre gradualmente, noi comprendiamo i poteri e le forze che ci conducono verso esperienze più alte.

 

- Cerchiamo di comprendere il processo-trascendentale del Mantra Yoga.

Dice Patanjali:

Tatra Sabdarthajnana-Vikalpahi Samkirna Savitarka. Savitarka Samaddhi è ciò su cui si basa la conoscenza attraverso le parole, mentre la conoscenza reale e ordinaria è basata sulla percezione sensoriale o sul ragionamento, entrambe coesistono e la mente si alterna fra l’una e l’altra.

Smriti-parisuddau Svarupasunyevarthamatranirbhasa nirvitarka si conquista Nirvitarka Samadhi quando la mente si purifica e perde la propria natura essenziale (la soggettività/egoicità) e la conoscenza reale dell’oggetto brilla da sola (attraverso al mente).

Da quanto detto deduciamo che è molto importante la ripetizione dei mantra, con i loro significati,  i quali, devono occupare l’intero spazio coscienziale dell’aspirante. Ad esempio Om namah Sivaya, Om salute a te Siva, questo mantra lo si può ripetere senza pensare, porre attenzione, al suo significato, o prestare attenzione ad ogni singola parola, o, ancora ci si può completamente abbandonare al Signore.

Questi sono esempi di come ci si può aprire alla Realtà, ed è così che l’aspirante discepolo diventa “un risvegliato”. La sua mente inferiore è completamente annullata ed egli rimane cosciente solo nel Signore.

Noi dobbiamo concentrare tutti i nostri poteri nella realizzazione del Paramatman (il Se supremo), quindi, quando noi ripetiamo il mantra, noi dobbiamo ben sapere che il suo potere influisce su tutti i livelli del nostro essere: le emozioni, i pensieri, le aspirazioni e la volontà spirituale, tutto deve essere focalizzato verso un’unica direzione.

La reazione segue l’azione ed è ad essa uguale, ed è l’aspirante discepolo che deve iniziare l’azione su tutti i livelli per ottenere la reazione della Divinità attraverso il mantra. Quando l’aspirante discepolo innalza i propri sentimenti verso la Divinità da lui scelta, la devozione riempie il suo cuore, quando tale devozione diventa spiritualmente intensa, vi è l’elevazione spirituale. Il risultato di questo intenso amore e devozione è il discernimento spirituale che viene rappresentato nella figura di Narada, un grande maestro della via devozionale o Prema espressione dell’amore intenso per Dio.

 

-         Come possiamo praticare individualmente?

a)      Dirigiamo la ripetizione del mantra verso i cinque organi sensoriali, gli occhi, le orecchie, le narici, la lingua e la pelle, per purificare tali percezioni. La mente, così, viene condotta verso la tranquillità. Ciò porta a sviluppare amore puro (o devozione al Dio).

b)      Si può praticare il japa (la ripetizione) in ogni condizione e attività giornaliera, mentre si lavora in ufficio, in cucina o in fabbrica, ovunque. Ed è così che l’aspirante discepolo inizia a sentire la vibrazione spirituale.

c)      Possiamo applicare il mantra alle onde del pensiero. Si possono controllare le emozioni o i pensieri malevoli con la ripetizione del mantra. Ogni inspirazione accompagnata dalla ripetizione del mantra, diventa una forza intensa assai potente. Quindi noi dobbiamo compenetrare il nostro corpo, sensi, prana e mente con la supercoscienza o coscienza Divina. Anche il cielo senza confini deve riempirsi di quella vibrazione grande, una super-coscienza o essenza cosmica. Allo stesso modo la luna, le stelle, il sole e l’insieme dei pianeti potrebbero essere colmati da tale coscienza cosmica.

d)      La Natura coni suoi alberi e piante, fiori e frutta, fiumi e foreste, colline e deserti, esseri viventi, animati ed inanimati, come gli oceani, possono essere colmati dalla coscienza del mantra.

 

Se tu adori il tuo Dio personale, il mantra dovrebbe farti sentire la presenza di Dio in te ed in ogni luogo, in ogni atto. Quando la pratica viene intensificata, il Dio scelto, ed il mantra diventano una cosa sola.. Ed è allora che la coscienza divina che è coinvolta nel mantra  viene risvegliata. E’ allora che il cuore si riempie di gioia e di pace.

Attraverso il potere della pratica del mantra alla coscienza dell’aspirante discepolo viene rivelata un particolare aspetto della Divinità. Noi dobbiamo sapere che il mantra non è un semplice pensiero individuale, ma una coscienza particolare che deriva dal suono corporeo da cui deriva una massa di Energia radiante. Unendo i due poteri, quello del mantra  e quello della pratica si può raggiungere la liberazione.

Come? All’inizio di una pratica, solamente le qualità delle divinità vengono risvegliate. Quando le qualità divine vengono intensificate anche la forma della divinità emerge.

Lentamente, il suono Brahman che proviene dal centro più interno dell’Universo ed il cuore dell’aspirante diventa la luce radiante della coscienza. Tale luce, si spande sulla tua mente, prana e su tutta la tua personalità. L’aspirante non solo emana luce, ma è pure pieno di pace e gioia, bellezza e puro amore ed intelligenza pura (dhi).

In questo modo il mantra si trasforma in coscienza, e questa, al di là dello spazio, del tempo e di ogni altra cosa, viene purificato nella Pura Coscienza.