Swami Veetamohananda

 

Come sviluppare la propria personalità tutta intera?

 

Traduzione di Franca Mussa [n. 16]

 

Avere una personalità completa, è in senso generale, avere il controllo senza restrizioni né riserve dell’anima che la abita, sul corpo, la mente, i sensi e le circostanze.

Ciò che s’intende con sviluppo completo della personalità non è nient’altro che la Realizzazione del Sé.

Ciò che s’intende per la Realizzazione del Sé, è l’esperienza dell’identità con lo Spirito Supremo. L’esperienza dell’identità con lo Spirito Supremo. L’esperienza dell’identità con lo Spirito Supremo ha un altro nome, è l’illuminazione. E l’illuminazione è la stessa cosa che la salvezza o la liberazione della mente. Ciò che si suppone essere l’obiettivo più elevato della vita. In senso relativo, avere una personalità completamente sviluppata si definisce con il possesso di un controllo perfetto sui pensieri ù, le emozioni e le azioni.

Nelle conversazioni religiose, nulla viene più facilmente alle labbra di un predicatore che un facile riferimento alla salvezza. Ma chi desidera la salvezza in questo mondo eccitante e attraente? Non bisogna attendersi che molte persone abbiano voglia di salvezza. E’ una buona ragione perché non si precipitino verso di essa. E’ un concetto devastatore ed è un’impresa difficile.

Essa vi toglie tutto ciò che considerate fino a quel momento come i piaceri della vita.

In più, vi strappa al vostro quadro di vita, vi trascina lontano e sopprime anche i limiti della morte. Ditemi ora, quante persone, anche tra quelli che si considerano come aventi una religione, possono mettere la mano sul cuore e dichiarare senza neanche che ricercano nient’altro che la salvezza?

Voi non volete mai la salvezza se volete una cosa allo stesso tempo.

E tuttavia, dominati dai dispiaceri, dalle sofferenze e dalle tribolazioni della vita, invochiamo a gran voce la fine della schiavitù. Ma se qualcuno proponesse, in risposta alle nostre grida, di annullare questa schiavitù, noi butteremmo le braccia su di lui, e affermeremo a voce alta che non avremmo mai e poi mai, voluto dire veramente quello che abbiamo detto.

Ecco una storia, quella di una vecchia, una vedova, che viveva in una spaventosa povertà e piena di prove. Non aveva più nessuno che si prendesse cura di lei in questo mondo. Tuttavia riusciva a sopravivere raccogliendo legna secca nella foresta e vendendola al mercato del villaggio. Siccome invecchiava, ciò diveniva sempre più difficile. Un giorno in un bosco solitario, mentre cercava di sollevare un grosso fascio di legna per sistemarlo sulla testa, ebbe un capogiro e cadde a terra. In questa pietosa situazione, incapace di sopportare più a lungo le sofferenze di questa vita miserabile, lei gemeva: “O Signore, perché conservate in vita questo vecchio mucchio di ossa? Voi portate alla morte tanti giovani, perché non mi portate con voi per liberarmi da questa sofferenza che non posso più sopportare?” All’improvviso, così continua la storia, il Signore appare davanti a lei e le disse che in risposta alle sue preghiere veniva a liberarla dalla sua miserabile esistenza. La donna che era distesa a terra e piangeva, si rialzò di scatto e riprendendosi con spirito e saggezza gridò: “Signore, io non ho mai voluto dire ciò che ho detto. Io vi ho chiamato soltanto perché mi aiutiate a sollevare questo fagotto e a posarmelo sulla testa, affinché arrivi per tempo al mercato per venderlo”

Il Signore sorrise, depose la fascina sulla testa della vecchia e sparì!

A parte un pugno di anime sincere, la maggior parte delle persone s’interessano alla spiritualità soltanto se le aiuterà a sollevare i loro fardelli, perché possono andare alla piazza del mercato a vendere e a comprare.

In effetti, a meno che, e finché non abbiamo avuto la totalità delle esperienze della vita e non abbiamo percepito la vacuità di ciò che ci circonda, nessuna aspirazione per la salvezza può neanche spuntare nel nostro cuore. E’ psicologicamente impossibile.

Ecco perché, a un certo stadio della nostre evoluzione interiore, è perfettamente legittimo attendersi dalla spiritualità che sopprima i fardelli della nostra vita e ci aiuti a vivere meglio.

Noi abbiamo bisogno sia del benessere del mondo e sia della filosofia, in altre parole dei desideri sopra-materiali. Noi dobbiamo vivere con il nostro corpo e la nostra anima, dunque nutrimento e filosofia sono tutti e due necessarie alla nostra esistenza e alla ricerca delle verità ultime.

Se avessimo solo il nutrimento senza la filosofia o la filosofia senza il nutrimento, la vita non potrebbe terminare che in un disastro. La maggior parte di noi, tuttavia non ha ancora la mentalità per informarsi sulle ultime questioni. Il contingente richiama, con il suo fascino o le sue complicazioni impellenti, tutta l a nostra attenzione. Inquietarsi per la salvezza, di conseguenza, non è affatto una questione vitale. Voi capite, abbiamo in corso degli affari ben più urgenti della nostra salvezza!

Il controllo di sé, lo sviluppo completo della personalità che ci portano verso la liberazione, sembrano non avere molto senso per noi, che senza dubbio, possiamo vivere una vita piacevole nel mondo e gustarla pienamente. Beninteso, diventerebbero importanti se ci permettessero di vivere una vita armoniosa. Ma possono veramente aiutarci a vivere così?

La risposta a questa domanda ci viene da una autorità molto alta il Buddha. Durante una conversazione con il generale in capo Simha, il Buddha dice: “la dottrina della conquista del sé, o Simbha, non è insegnata per distruggere l’anima degli uomini, ma per proteggerla. Colui che ha conquistato il sé è più atto a vivere, a riportare successi, e a guadagnare delle vittorie, di colui che ne è schiavo”. E’ più avanti dice: “Grande è il generale vittorioso, Oh Simha, ma ancora più grande è il vincitore che ha conquistato il sé”.

Parliamo naturalmente di vita armonizzata. Ma quando la si può considerare come tale? Soltanto nella misura in cui abbiamo raggiunto il controllo di sé, la nostra vita può essere armonizzata. Tutto il resto è disarmonia, il male. Questa disarmonia tuttavia, può essere razionalizzata o ridotta all’essenziale. Le si può dare una sembianza di rispettabilità ma alla fine è distruttrice del Sé. La  Katha Upanishad dice: “ In colui che non ha comprensione, la cui mente non è domata, i sensi sono fuori di controllo come i cavalli non domati da un conduttore di carro” (I.III.5).

Dove porteranno il loro conduttore di carro, i cavalli imbizzarriti? Non si accontentato di condurlo fuori pista, ma lo trascinano verso la distruzione. Allora, non ci sarebbero dei buoni cavalli? L’Upanishad dice ancora: “Colui che, tuttavia, possiede la comprensione, la cui mente è sempre domata, questo avrà i sensi sempre sotto controllo, come lo sono i cavalli ben addestrati dal conduttore di carro”.

I cavalli ben addestrati dove conducono il conducente del carro? Lo trascinano al galoppo verso la sua destinazione. In altre parole, il controllo di sé porta verso la destinazione scelta, mentre il non controllo di sé porta alla distruzione.

E chi tra voi vuole essere distrutto? Evidentemente nessuno! Se noi non vogliamo essere distrutti, storpiati, ridotti in briciole o abbattuti fisicamente, mentalmente o spiritualmente, non dobbiamo lasciare tirare il nostro carro da cavalli imbizzarriti o viziosi. Per cavalli imbizzarriti, intendo parlare qui della nostra mente e dei nostri sensi incontrollati. Dobbiamo essere il nostro padrone interiore, se non vogliamo essere distrutti dalle nostre pulsioni inferiori. Qualunque sia la nostra destinazione, una vita armoniosa o la liberazione della mente. In nessun caso, noi non potremo riuscire senza sviluppare la nostra personalità.

E aggiungerò qui che una vita armoniosa non può sopportare la prova del mondo e del tempo a meno di sfociare con una fervente aspirazione verso l’illuminazione. Le tentazioni sono numerose nel mondo. La nostra natura inferiore è potente. E poi non sappiamo quale terribile pericolo può nascere dal nostro inconscio e in quali difficoltà degradanti ci può trascinare.

Ecco perché, abbiamo bisogno di una immensa forza interiore per essere capaci di vivere una vita armoniosa oculata.

Come otterremo questa forza che ci sosterrà senza sosta e ci porterà progressivamente attraverso le prove della vita verso la nostra destinazione?

Questa forza interiore non può venire che dal Signore che ha sede nel nostro cuore.

Ascoltate questo eccellente consiglio dato un Saggio: “Siate attaccati solo al Signore. Conservate sempre vivo alla mente questo supremo attaccamento, al fine di essere liberati dagli altri attaccamenti che legano la vostra anima”.

Swami Turiyananda, un discepolo di Sri Ramakrishna, diceva ad un aspirante: “Non credete di essere deboli. Forse lo siete veramente ma colui in cui avete preso rifugio è onnipotente. Allora, pensate molto a questa forza.

Quando la convinzione che Dio è il solo rifugio, nasce in una persona, essa percepisce l’influsso della forza suprema nel suo cuore”. Se non amiamo Dio con tutto il cuore e con tutta l’anima, non saremo di nessun aiuto per la nostra mente che soffre di mille agonie di ogni specie.

In ogni caso, tuttavia, che desideri vivere armoniosamente o essere liberato, la padronanza di sé diventa la più importante di ogni essere umano intelligente, non importa quando, non importa dove nel mondo. Ora, una domanda si pone: come arrivare a questo sviluppo della personalità tutta intera? Ci si arriva con la pratica di alcune discipline. Per discipline, s’intende tutto ciò che spinge la mente interiore verso un obiettivo.

Ogni impresa valida, per realizzarsi, necessità di una pulsione interna, il sacrificio di sé, e una disciplina. Se cerchiamo di realizzare il Signore onnipotente nel nostro cuore, dobbiamo utilizzare tutte le nostre forze per questo solo fine. Senza parlare unicamente di raggiungere l’illuminazione, non è neanche possibile vivere una vita armoniosa, pura e sana in questo mondo talmente pieno di attrattive e di distrazioni, senza praticare qualche disciplina appropriata. Nessun santo, in nessuna religione, ha mai raggiunto un’altezza spirituale senza praticare delle discipline. Quando leggiamo i racconti delle discipline dei Saggi indiani, dei primi Padri cristiani etc.. e in un tempo più vicino a noi di Sri Ramakrishna, la nostra immaginazione ne è turbata. E scoprendole, veramente sconfortati, pensiamo: “Se questo genere di discipline deve essere la condizione preliminare per arrivare a una vita armoniosa o all’illuminazione spirituale, allora non è certamente per me!”. Soprattutto nel mondo di oggi, in cui i valori dei sensi e la dolcezza di vivere nel lusso hanno diritto di cittadinanza, nessuna idea è più totalmente respinta di quella della disciplina.

Non c’è tuttavia nulla di così spaventoso nelle discipline di tipo corrente che consistono nel vivere una vera vita equilibrata.

Incontriamo questa nozione di vita equilibrata nella Bhagavad Gita in termini espliciti: “Lo Yoga non è per chi mangia troppo o troppo poco, né per chi dorme troppo o troppo poco. Per chi è moderato nel cibo e negli svaghi, nelle fatiche del lavoro, nel sonno e nella veglia, lo Yoga diventa il distruttore della sofferenza”.

Questo modo equilibrato di vivere mete l’accento su una vita armoniosa che conduce alla salvezza, ed entrambe sono necessarie per possedere il controllo di sé. Le discipline suggerite non richiedono che un apprendimento personale e possono essere praticate con grande beneficio da tutti, non importa dove e in tutte le circostanze. L’educazione generale deve essere strutturata in vista di aiutare l’allievo ad adattarsi alla società di cu fa parte. Nell’educazione estrinseca o convenzionale, questo adattamento è ricercato attraverso, la manipolazione di fattori esterni, degli uomini e del materiale. Essa insegna come guadagnare più denaro, sviluppando le competenze,come acquisire uno statuto sociale più elevato manovrando gli altri, come ottenere la loro approvazione essendo cortesi e diplomatici, ecc.. Quando è spinta fino all’estremo limite, questa specie di educazione può terminare nel collettivismo e nel consumismo.

Ma la maggior parte delle persone realizzano ben presto che questa qualità di adattamento esteriore esige uno sforzo futile e senza limiti e non conduce che all’impoverimento della vita interiore, all’insoddisfazione e al senso di una vita senza significato. Nell’educazione intrinseca o essenziale, al contrario, la capacità di adattamento è ricevuta per mezzo della trasformazione del sé. E’ nel riconoscere l’importanza del sé sia nello sviluppo sia nell’adattamento, che si formano le basi dell’educazione essenziale.

Dunque, il sé occupa una posizione chiave nello sviluppo e nell’adattamento, nell’apprendimento e nell’esperienza. L’educazione essenziale ha direttamente a che fare con il sé e porta tutti risultati desiderati dalla trasformazione della coscienza. La maggior parte dei sistemi moderni di educazione sono di carattere convenzionale e on riguardano direttamente il . Il loro unico obiettivo è l’ottenimento del successo e non la pienezza del valore umano o l’arricchimento della personalità.

Che cosa intendiamo per successo nel mondo moderno? E’ il risultato dello spirito di concorrenza. La persona che ha successo è quella che è riuscita nella competizione contro i suoi concorrenti. Nella lotta per l’esistenza dell’ego, è la persona che possiede l’ego più forte e più impetuoso che riuscirà. Certi sociologi sostengono che questa competizione è un processo all’evoluzione umana.

Lo spirito di competizione produce ansietà nell’individuo, l’attaccamento agli oggetti dei sensi conduce all’impoverimento della vita interiore e al senso di vacuità e doi esistenza priva di ragion d’essere.

Oggi, il successo è misurato in termini economici .

Chi guadagna molto denaro, chi possiede la celebrità il potere, chi gode di tutti i piaceri dei sensi è in generale, considerato come qualcuno che è riuscito , anche se è povero interiormente.

Ma un a tale persona non fa che prendere dalla Vita Universale e il suo valore per la società nel suo insieme è minimo. E’ quella che porta il più grande contributo alla vita Universale che ha importanza per la società.

Tuttavia, prima di contribuire in modo valido alla Vita Universale, bisogna prima raggiungere un grado elevato di realizzazione e di arricchimento della personalità.

Il vero dono è il dono di se stessi.

Tutte le persone molto creative, come i poeti, i pittori, gli scienziati, i musicisti e i religiosi, offrono se stessi, nel loro lavoro di creazione per la ricchezza comune dell’umanità. E non lo fanno nel loro proprio interesse, ma come un sacrificio sotto l’impulso di un bisogno universale superiore.

Raggiungere un grado elevato di arricchimento e di realizzazione interiore e contribuire alla vita Universale donandole più di quello che si riceve, ecco quali dovrebbero essere i due obbiettivi di una vita piena di significato e di una disciplina personale ben diretta.

Ciò che si può chiamare in termini moderni, la realizzazione di sé.

Lo sviluppo della personalità deve essere fatto nella sua interezza. Questa nozione ci ha portato a riconoscere che l’inconscio, che fino allora era considerato il contenitore di tutti i mali, era ugualmente il contenitore di tutte le tendenze positive, compresa la creazione artistica, la ricerca religiosa, la simbolizzazione etc..

Questo riconoscimento ha portato l’idea che il fattore di base dello sviluppo umano è la realizzazione del potenziale completo dell’inconscio, di cui la maggior parte dimora sconosciuta e non disponibile alle persone ordinarie. E’ la “messa in servizio” e la pienezza di tutti i poteri creativi e vivificanti dell’inconscio che si chiama la realizzazione di sé.

A ciò si possono aggiungere certi valori supposti veri della natura umana:

1) Il carattere unico di ogni individuo.

Ciò non vuol dire semplicemente che ognuno è diverso da tutti. Ciò significa realmente che il solo fatto di essere un umano assicura alla persona un valore e una dignità uniche. Ogni uomo è un centro per mezzo del quale la Vita Universale si esprime in modo unico.

2) L’integrità della personalità.

Il carattere unico dell’individuo non sta in un elemento particolare della personalità come il colore della pelle o la bellezza del naso, ma nella sua intera personalità.

La personalità umana è un tutto, benché possa avere differenti livelli o dimensioni. Funziona come un’unità autonoma. Se qualcosa non va all’interno di questo sistema, essa lo correggerà da se stessa.

Nello stesso modo in cui le malattie fisiche possono essere curate da un processo auto-correttore immunologico, così i problemi mentali possono essere curati da un processo auto correttore psicologico.

3) Il senso della libertà

A dispetto di tutti questi limiti  e dei suoi legami, ogni individuo possiede profondamente nascosto il senso della libertà. Questa inerente si manifesta esteriormente con la ribellione, la protesta, la rivendicazione della libertà civili etc.. e interiormente dalla “ libertà esistenziale” che comprende la libertà di scelta, di preservare la propria unica individualità e quella di creare la realizzazione dei valori elevati.

4) la realizzazione dei valori elevati.

Ognuno ha dei bisogni fondamentali che sono che sono organizzati in ordine gerarchico. Cerchiamo di classificarli: prima i bisogni fisiologici quali la fame, la sete, etc.. poi i bisogni di sicurezza, poi i bisogni di amore  e di possesso e infine il bisogno personale di considerazione e di stima di sé.

Se questi bisogni inferiori non sono soddisfatti, ciò può portare dei seri problemi per esempio delle nevrosi. Esistono anche dei bisogni superiori che includono il pensiero e la pulsione creativa, gli obiettivi estetici e morali. Questi bisogni superiori appartengono alla categoria dei valori e degli ideali. La loro ricerca è uno degli attributi più caratteristici dell’essere umano. E’ una forma superiore di creatività che, se ignorata o repressa, può portare ai ei disturbi della personalità come la noia , la mancanza di interesse in tutto e l’insoddisfazione.

Nelle persone anziane, i bisogni superiori diventano così dominanti che esse sacrificano spesso i loro bisogni inferiori. La loro prima preoccupazione è di raggiungere al maturità psicologica e sviluppare, affinché le loro facoltà e il loro talento possono aprirsi liberamente per il più grande bene dell’umanità. E’ ciò che si intende per realizzazione di sé.

L’uomo non può raggiungere una piena fioritura della sua natura umana a meno di realizzare le sue aspirazioni superiori, voglio dire, a meno di sviluppare le proprie facoltà e le proprie capacità di essere umano,in tute le loro dimensioni e di utilizzarle al servizio del prossimo per mezzo di un lavoro creativo.

Lo sviluppo nella sua interezza, questa dimensione completa della natura umana dovrebbero essere l’obiettivo principale di ogni educazione.

Altra cosa ancora, ognuno è dotato di certe potenzialità che variano da persona a persona. Noi non possiamo sviluppare altro che quello che c’è in noi, niente di più. Ma se non riusciamo a farlo, la nostra vita sarà incompleta e la nostra capacità di contribuire al benessere collettivo dell’umanità sarà limitata.

E’ possibile che i sistemi attuali di educazione non diano la priorità all’elaborazione dell’essere umano o allo sviluppo completo della sua personalità.

Possono orientarsi principalmente verso la sicurezza economica con in più, talvolta, l’adattamento sociale. Tuttavia, per una persona che funzione a … “pieno regime” la sicurezza economica o l’adattamento sociale, sono questioni minori e non si porgono come un problema. Allora possiamo organizzare il nostro proprio sistema di educazione? E se si, quali sono i criteri?

- Il primo è l’autenticità.

Ciò significa, essere veramente ciò che voi siete ed esserlo senza maschera. La famiglia e l’ambiente sociale ci forzano spesso a fingerci più ricchi di quanto lo siamo in realtà, a sembrare più intelligenti, più eruditi, più virtuosi, più felici di quanto lo siamo in realtà. Queste finzioni costruiscono un falso sé, che si copre di talmente tante maschere che l’interessato stesso trova difficile sapere che si è. Senza comprendere il funzionamento della vostra mente, non potete sapere ciò che cercate esattamente nella vita o quali sono le cause dei vostri insuccessi. E se già voi non vi comprendete da voi stessi, come potete sperare che gli alti vi comprendano?

Se vogliamo avere una vita autentica, dobbiamo prima possedere una conoscenza adeguata di noi stessi, cioè la conoscenza dei meccanismi del nostro inconscio e della configurazione del nostro ego. Dobbiamo in seguito imparare ad accettarci con tutti i nostri difetti e tutte le nostre debolezze. Infine, dovremo gettare una ad una le nostre maschere di egoismo.

- Il secondo criterio è la fiducia in sé.

L’organismo umano è il sistema più altamente evoluto e il più minuziosamente orchestrato di tutto l’universo. E’ mantenuto dalla Vita Universale. Noi dobbiamo fidarci del nostro corpo, del nostro inconscio segreto, del potere delle nostre facoltà, della nostra aspirazione verso il più alto, del nostro profondo desiderio per la nostra realizzazione. Avere realmente fiducia in se stessi, è avere fede nella Vita Universale.

-   Il terzo è l’integrazione.

Uno dei problemi più grandi dell’uomo moderno è la sua alienazione - alienazione dallo sviluppo del pensiero ai suoi sentimenti, alienazione dal suo lavoro alle sue aspirazioni più rifonde, alienazione dal suo sé interiore al suo Sé superiore. La soppressione di questi tre tipi d’assoggettamento è ciò che si intende per integrazione della personalità. L’integrazione è un processo continuo. I conflitti, le situazioni critiche, le frustrazioni e i tradimenti sono talvolta suscettibili di spezzarci in frantumi e il processo di reintegrazione deve essere costantemente rimesso in marcia lungo tutta la nostra vita.

- Il quarto. Il risveglio verso ideali e valori superiori.

I valori e gli ideali diventano il centro della nostra vita soltanto quando la nostra anima si apre a essi. Questa apertura è della natura del risveglio.

- Il quinto criterio per una disciplina personale è la libertà di scegliere la nostra vocazione creativa.

La creatività non è un’attività isolata cometa scrittura di una poesia o la pittura di un quadro. E la conversione di tutta una vita verso una via per le energie creative della Vita Universale.

Per un vero creatore, la sua intera vita è una perpetua offerta alla Vita Universale. E con il sacrificio di se stesso che egli scopre le grandi verità e i grandi misteri della vita, di cui uno solo tra essi può portare considerevoli benefici a milioni di persone per dei secoli. Possiamo osservarlo nella vita dei più grandi creatori. Queste persone non si adattano alla vita esteriore, la trasformano piuttosto in una espressione della loro vita interiore. La loro vocazione e la loro vita costituiscono un solo ed unico tentativo di realizzazione di sé.

Per la realizzazione di sé, la scelta di una vocazione in armonia con la vita e il temperamento è molto importante. Se una persona sceglie una vocazione che non le corrisponde, tutta la sua creatività né sarà bloccata.

Quasi tute le ricchezze della cultura umana e i progressi della civilizzazione sono risultati dai contributi di pochi individui creativi. Tutto ciò che è trasformato, nuovo e all’avanguardia è il lavoro di un piccolo numero di persone realizzate.

In nessun momento della storia, l’umanità non ha avuto più bisogno di persone creative dell’epoca nostra. Il ritmo d’accumulazione di nuovi fatti scientifici, di nuove invenzioni e sviluppi tecnologici, di scoperte psicologiche, l’accelerazione della crescita economica e soprattutto dell’esplosione delle comunicazioni hanno creato una situazione di completa evoluzione. Per fronteggiare, è necessario assolutamente un grande numero di cercatori, di visionari del futuro, capaci di pensare in modo innovativo e di realizzare nuove possibilità.

Tuttavia è anche vero che la realizzazione di sé non esaurisce tutele potenzialità dell’uomo e benché dia un senso alla sua vita, è insufficiente per portare la sua anima verso il compimento ultimo e la libertà finale.

Questo, perché l’anima possiede una dimensione trascendentale, il Sé, l’Atman. Lo sviluppo ordinario e  la realizzazione di sé non toccano che il corpo e la mente. Il Sé, l’Atman, è aldilà del processo ordinario del pensiero, non può essere realizzato che trascendendo la mente. E’ intrinsecamente libero, luminoso da se stesso e possiede la felicità assoluta. E’ il Sé che dà nascita alla nozione di libertà. La realizzazione di sé, qualunque importanza possa avere, non libera l’anima e non risponde al suo bisogno inerente di libertà. La libertà completa non può esser raggiunta che con la realizzazione dell’Atman o esperienza diretta del Sé. Inoltre, siccome il Sé individuale è una parte inseparabile dell’Essere Supremo cosmico, è solo con la  realizzazione del che l’uomo può sperimentare la solidarietà fondamentale della creazione e comprendere le basi reali dell’amore e della fraternità universale.

Così, la realizzazione di sé e la Realizzazione del Sé formano le due dimensioni dello sviluppo umano.

Ogni progetto che mira allo sviluppo completo della personalità, deve includere il primo come obiettivo prossimo e immediato, e la seconda come scopo ultimo della vita.